La chiesa si trova in via Belzoni a Padova. E' una chiesa molto antica, infatti, già nel 1226, in quest’area sorgeva la chiesa che al tempo era dedicata a S. Basilio, con il monastero di S. Maria degli Armeni. In seguito, nel1520, la salma della Beata Elena fu trasferita dal monastrero di S. Maria in Cella al monastero di via Belzoni. Nella chiesa, che in seguito fu dedicata alla Beata Elena, si trova ancora l’urna in legno decorato che pare fosse destinata ad ospitarne il corpo. Nel 1958 la salma fu traslata nel santuario dell’Arcella dove ancora oggi si trova.
Il progetto di restauro come primo e più importante obiettivo, per assicurare la conservazione del bene e preservarlo dal proseguimento del degrado, aveva il consolidamento della copertura, in cui le infiltrazioni d’acqua piovana, che avevano causato la gran parte dei degradi presenti all’interno della chiesa, avevano sicuramente inciso sulla conservazione delle capriate lignee portanti il tetto e sulle capriate zoppe che portavano il soffitto interno. Nella copertura si è operata la rimozione del manto in coppi, del sottomanto in tavelle di cotto e della piccola orditura in morali di legno, per portare a nudo la struttura portante.
Una volta operata la rimozione è stato operato il lievo e la sostituzione degli elementi marcescenti della struttura portante, con legni delle stesse dimensioni ed essenza degli originali, e il consolidamento con spinotti in acciaio fissati con resine ove necessario, e poi si è eseguito un trattamento antiparassitario e funghicida con impregnante protettivo.
Il rimontaggio della copertura (piccola orditura, sottomanto in tavelle e manto in coppi) è stato eseguito riutilizzando ove possibile gli elementi originali rimossi in precedenza. Al di sotto dei coppi si è previsto la posa di un sottomanto in lastre di onduline sottocoppo, per garantire l’impermeabilizzazione e la microventilazione del tetto. La posa del manto è stata eseguita con fissaggio meccanico dei coppi mediante ganci in rame per evitare futuri scivolamenti. Il progetto ha previsto anche il rifacimento delle lattonerie in rame, per assicurare la completa tenuta della copertura e per evitare futuri fenomeni di degrado da dilavamento anche della facciata.
La facciata si presenta in condizioni di degrado avanzato, dovuto all’abbandono ed all’incuria di anni. E' stato necessario, in primo luogo, procedere al risarcimento della lesione strutturale, eseguita con la tecnica del “cuci- scuci” e con l'inserimento di barre in acciaio inox fissate con resina, per ridare continuità strutturale alla parete.
Il restauro degli intonaci comprendeva il lievo delle parti cementizie recentemente rifatte, il consolidamento degli intonaci originali in distacco mediante iniezioni, il risarcimento delle lacune, eseguito con tecnica e materiali simili all’originale, scelti dopo apposite campionature, il trattamento biocida di tutta la parete e la protezione finale di tutte le superfici.
Il controsoffitto presentava evidenti segni di degrado, causato da infiltrazioni di acqua piovana dalla copertura, che hanno portato sia al marciscimento delle cantinelle in legno che costituivano il supporto dell’intonaco, che probabilmente, in parte, delle centine arcuate che ne formavano la struttura portante, arrivando a causare la caduta di alcuni tratti di intonaco. Dopo aver eseguito la mappatura dell’intera superficie si è proseguito con la puntellazione totale del controsoffitto, con sistemi a vite spingenti su cuscinetti di poliuretano rigido. Nell’estradosso della volta si è eseguita la pulizia, con il lievo del guano e di tutti i detriti presenti. Una volta completata la pulizia, si sono fatte le indagini non distruttive con penetrometro da legno, abbinate a misurazioni dell’umidità sulle testate delle capriate, per verificare lo stato di consistenza e di conservazione. Si è operato il lievo e la sostituzione degli elementi marcescenti della struttura portante, con legni delle stesse dimensioni ed essenza degli originali, a cui seguirà un trattamento antiparassitario e funghicida con impregnante protettivo.
Il restauro della superficie intonacata ha previsto il rifacimento delle lacune mediante arriccio con malta a base di coccio-pesto di coppo macinato e calce spenta, secondo le tecniche originali, a cui è seguito il consolidamento di tutto l’estradosso del soffitto mediante colatura di resina acrilica a dosaggio controllato.
Il progetto ha previsto anche il restauro delle opere lapidee presenti all'interno della chiesa come i pavimenti in marmo bicolore, i gradini dell'altare maggiore con la balaustra e il paliotto, mediante una radicale e attenta pulitura, un’impregnazione consolidante, una stuccatura e una ceratura a cere microcristalline.
Per le opere lignee, come il pulpito e il confessionale, si è previsto una pulitura accurata, la disinfestazione da parassiti xilofagi, piccoli consolidamenti strutturali, stuccatura fine e di finitura a gomma lacca.
E' stato realizzato un nuovo impianto elettrico con il quadro elettrico generale dotato degli opportuni interruttori di protezione. E' stata realizzata, infine, un'illuminazione d’emergenza, con lampade fluorescenti dotate di accumulatore e accenditore automatico.
Prestazioni eseguite: